Patrimonio dell’Umanità o Riserva della Biosfera? Forme diverse di tutela UNESCO recentemente proposte in Consiglio Regionale, senza aver ancora individuato una soluzione condivisa. Si parla del fiume Tagliamento, il Re dei fiumi alpini, e della necessità di individuare la forma più opportuna per tutelare il patrimonio naturale e gli insediamenti umani.
Si discute di tutela UNESCO, quando ancora non esiste un iter nemmeno per realizzare un Parco: come scegliere un vestito da sposo senza avere la morosa, e dovendo ancora capire se sarebbe meglio bionda o mora. Al di là delle battute, qualcuno sta pensando a come progettare un parco: l’UTI Tagliamento – che fa capo a San Vito – con un contributo regionale di 50.000€ ha affidato l’incarico ad uno studio professionale per una bozza di progetto. Invitati ad aderire i comuni limitrofi di Valvasone-Arzene e San Martino, la civica di centrosinistra spilimberghese vorrebbe farvi aderire anche il Comune mosaicista.
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Tra le tappe previste dallo studio professionale, un confronto con i diversi stakeholder dell’area coinvolta – il Medio Tagliamento – per raccoglierne le aspettative e successivamente restituire la bozza degli obiettivi. Qui si apre un tema di impatto e valutazione complessiva degli interessi in gioco: può un parco naturale in questa zona non avere ripercussioni a monte e a valle del fiume?
Si può pensare a intensità di tutela diverse tra Pinzano e Codroipo, e con quali effetti sull’economia agricola già presente nelle aree golenali? Quali opportunità innovative può offrire la tutela dell’ambiente fluviale agli imprenditori agricoli o forestali?
Qual è la relazione tra i piani e i progetti già in corso o in discussione relativamente alla sicurezza idraulica lungo tutta l’asta fluviale? Quale l’impatto di un Parco sugli strumenti urbanistici esistenti?
Gli stakeholder – portatori di interesse – non sono certamente limitati ai soggetti operanti a vario titolo nel territorio dell’UTI Tagliamento. Inoltre uno spazio adeguato andrebbe dato anche ad associazioni e privati cittadini, non solo enti e imprese.

In Regione esiste un esempio che può sicuramente fungere da progetto pilota: il Parco fluviale del Natisone.
Il Comitato promotore è attivo da diversi anni, una prima bozza di progetto risale a dicembre 2014, e sebbene le iniziative e attività siano aumentate di anno in anno, formalmente si tratta ancora di un progetto.
Lo strumento scelto per portare avanti i lavori è il Contratto di Fiume, un contenitore istituzionale all’interno del quale si incontrano appunto tutti i soggetti coinvolti per varie ragioni nella gestione del patrimonio fluviale.
Alcuni link per approfondire il tema, tratti dal Ministero dell’Ambiente e dal sito della Regione FVG.
- https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/convenzionealpi/rapporto_Convenzione_Alpi_novembre2017.pdf
- https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/FOGLIA213/
- https://www.liferewat.eu/cosa-e-il-contratto-di-fiume.html
La Regione ha un fondamentale ruolo di regia e coordinamento in questo quadro, e recentemente ha intrapreso i passi burocratici necessari ad avviare a breve altri due Contratti di Fiume, uno sullo Judrio e uno sul Cormor. Evidentemente le dimensioni del bacino idrogeologico del Tagliamento sono ben superiori (anche escludendo i sottobacini tributari come Fella, But, Degano, Leale, Cosa, Arzino ed altri) ma a maggior ragione è fondamentale dare un segnale di avvio di una progettazione articolata.

Le idee e le proposte da portare ad un tavolo di questo genere non mancano, c’è anzi il rischio di disperdere energie importanti in troppi rivoli; l’esperienza del Natisone, con un lavoro lungo e articolato già in essere da diversi anni, deve insegnare che serve il giusto tempo per organizzare un progetto organico e dargli forma. Iniziative più ristrette possono offrire spunti positivi se convogliate e condivise in un sistema più ampio. Confidiamo che non si lasci passare ancora molto prima di assumersi la regia di un progetto che, gestito con pazienza, intelligenza e lungimiranza, può diventare un cardine fondamentale della nostra Regione nei prossimi decenni. La visibilità del progetto e la valorizzazione delle risorse ambientali saranno un biglietto da visita senza eguali in tutta Europa.