In questi tempi difficili per tutti, sempre più si rivela vincente la tendenza a unire le forze, collaborare tra soggetti diversi, talvolta anche molto diversi, a cercare sinergie e nuove soluzioni integrate. Succede per le imprese, per i singoli cittadini, per le associazioni, per gli enti pubblici: la ricerca della cooperazione è una strada non facile perché, inevitabilmente, si perde qualcosa della propria identità e libertà in vista di un vantaggio futuro, o più spesso per far fronte a una necessità contingente.
A livello politico nazionale, assistiamo al secondo governo consecutivo sostenuto da una maggioranza parlamentare trasversale, composta da forze che solo tre mesi fa si davano battaglia elettorale. La situazione economica e sociale del Paese resta molto grave, ed ecco che dopo i tecnici di Monti ci si affida a una squadra eterogenea che trovi soluzioni condivise per far ripartire l’economia italiana.
Passando a tutt’altri scenari, il mondo dell’associazionismo sta imboccando sempre più la strada della collaborazione: di fronte ad una dispersione degli associati tra troppe proposte, si cerca di condividere con altri sodalizi i punti di forza per affrontare insieme le rispettive difficoltà. Spesso questo processo è sfavorito dal bagaglio storico e dall’inevitabile orgoglio e senso di appartenenza: basti pensare agli sforzi fatti a Spilimbergo per dare vita, finalmente, ad una scuola calcio comune tra Aquila e Unione Sportiva, con l’obiettivo non più di primeggiare ma di dare un’offerta sportiva-educativa di maggiore qualità.
Le elezioni comunali appena trascorse hanno dato un segnale importante in questo senso, premiando la squadra più organizzata ed esperta: infatti, chi ha ricevuto il maggior numero di preferenze sono la lista “politica” del Sindaco (Popolo di Spilimbergo) e gli Assessori uscenti, cioè chi da più tempo lavora concretamente e bene insieme.
Un piccolo segnale da cui trarre insegnamento: lo stesso Francesconi in campagna elettorale ha valutato con 6/7 il suo operato fino qui, affermando che di lavoro ce n’è ancora molto da fare e che sicuramente alcune cose potevano riuscire meglio di quanto sia stato. Ciò significa che chi ha vinto la tornata elettorale non può cullarsi sugli allori ma deve continuare il suo lavoro e puntare ancora di più sul concetto di squadra, sfruttando e coinvolgendo lo squadrone dei 48 candidati consiglieri non eletti: sarebbe assurdo disperdere questa disponibilità quando il vero lavoro è appena agli inizi.
Chiaramente, il discorso esposto riguarda a maggior ragione il gruppo di minoranza: qui la squadra che si è formata probabilmente ha pagato anche la mancanza di una storia concreta, perché si tratta di un gruppo aggregatosi fondamentalmente in chiave elettorale. Il progetto politico alternativo proposto da Ius potrà guadagnarsi una credibilità maggiore solo se chi lo sostiene proseguirà nel suo lavoro.
In chiusura, come sottolineavo in campagna elettorale su parecchi punti c’è convergenza tra i due schieramenti politici rappresentati in Comune: troppo importante è la posta in gioco – il rilancio di Spilimbergo – per arenarsi sulla dialettica anziché lavorare assieme. Chi amministra la Città e chi siede in Consiglio dovrà necessariamente collaborare e aprirsi a ulteriori contributi dalla società per trovare le strategie migliori. L’esempio più clamoroso, per l’eco riscossa negli ultimi tempi, riguarda la valorizzazione del Mosaico: dalla proposta del maestro Travisanutto al programma di Francesconi, accogliendo gli spunti del centrosinistra, si può trovare la giusta alchimia a vantaggio dell’intero territorio. Insieme.