A Budoia si sta avviando concretamente in questi giorni un progetto nato circa 2 anni fa per provare ad avviare una filiera locale della legna da ardere. Visto che buona parte della legna viene acquistato da mercati esteri, e che i nostri boschi – pubblici ma soprattutto privati – vengono progressivamente abbandonati all’incuria, l’idea è di sfruttare queste aree e la disponibilità (retribuita) di chi già taglia legna per proprio conto per proporre sul mercato legna da ardere di buona qualità e a km zero.
Ulteriori notizie si trovano su:
Leggendo le informazioni, il primo pensiero è corso al Tagliamento: le foto d’epoca (50 anni fa circa) mostrano una distesa pulita di prato e ghiaia dall’Ancona fino a Carpacco, tutt’altro rispetto alla boscaglia di pioppo e acacia che ora popola gran parte dell’area golenale.
Se dal territorio comunale allarghiamo lo sguardo al mandamento, le possibili risorse in quest’ottica aumentano a dismisura; penso a tutta la pedemontana da Valeriano a Vito d’Asio, con zone spesso diventate assolutamente impraticabili. In questa zona inoltre sarebbe anche possibile reclutare le forze per praticare il taglio, da retribuire con i voucher o in altre forme da valutare. Infine nuove aree da dedicare appositamente al taglio (o alla produzione di biomasse, ma qui ci addentriamo in altri discorsi) si potrebbero ricavare dal rimboschimento delle cave esauste o altre zone da bonificare o riqualificare.
L’esempio di Budoia dimostra che si tratta di un progetto semplice sulla carta, ma con molte incognite e situazioni da verificare. Certo è che se dovesse dare risultati potrebbe rivelarsi una buona idea per mantenere e valorizzare il territorio, nonché per impiantare un nuovo settore economico e trattenere qualche risorsa in più. Di questi tempi non sarebbe male…