Fuochino… acqua!!!
Grandi movimenti, alla ricerca di un tesoro: l’acqua. Un elemento così semplice e così fondamentale, della cui importanza non ci si può non accorgere. E infattil’attenzione di tutti è sempre maggiore, soprattutto di chi vorrebbe appropriarsi e fare proprio questo tesoro. Emblematiche due situazioni di attualità che ci riguardano da vicino: l’annosa vicenda delle casse di espansione sul Tagliamento, malsana idea che si trascina da anni come un tumore inestirpabile, e la privatizzazione delle acque (e altri servizi) pubbliche.
Sulla prima posso solo esprimere la mia completa adesione a chi, prima fra tutti l’associazione A.C.Q.U.A., contesta la distruzione dell’alveo del Tagliamento con opere molto più impattanti che realmente utili, opponendo peraltro non solo una protesta tout court, ma anche soluzioni alternative di provata validità e non certo campate in aria. Prima fra tutte, lo sghiaiamento, che tanto bene farebbe non solo al Tagliamento, ma anche ad altri simpatici corsi d’acqua che hanno il “vizio” di portare a valle cubi e cubi di ghiaia con gran facilità (penso al Cellina – e ancor più il Varma – appena sopra Barcis, che se solo a un muflone in più gli scappa, la statale va sott’acqua…). Non aggiungo altro a una campagna che dice già moltissimo da sé.
A proposito della privatizzazione delle acque, invece, mi pare giusto sostenere la campagna referendaria per abrogare le più recenti normative, invitando così chi ci governa a riflettere meglio e a varare provvedimenti che tengano conto non solo dell’aspetto economico, ma anche e soprattutto di quello sociale. Mi sta bene combattere gli sprechi e ricorrere al privato per innestare dei meccanismi di innalzamento della qualità del servizio che la concorrenza e il mercato sanno ben sviluppare; ma nel mercato succede spesso che, dovendo salvaguardare prima di tutto il profitto, si esaspera la corsa ai costi più bassi… e crediamo che la qualità del servizio possa non risentirne? E cosa dire di quelle realtà particolari, in cui non ci potrà mai essere profitto? Quest’inverno in val Resia una borgata di poche anime è rimasta senza telefono per un mese: questioni di costi, di logistica… chiaro che servire quelle quattro case per la Telecom sarà sempre in perdita, e infatti molti hanno sospettato che fosse l’inizio della fine. Se dovesse succedere lo stesso con l’acqua, un domani? Senza telefono è dura, ma si sopravvive…
Si moltiplicano dunque i tentativi di appropriarsi dell’acqua, di farne un uso puramente commerciale, a discapito della sua “natura pubblica” che credo nessuno osi mettere in discussione. Serve crescere come popolazione, per essere più attenti e più consapevoli. Una delle campagne di sensibilizzazione più urgenti, a tutti i livelli, va sicuramente fatta sull’acqua, sul suo valore, sulla sua importanza, sul nostro rapporto con essa. E’ un diritto e un dovere di tutti: in piazza a Spilimbergo c’era il PD a raccogliere firme, “anche di elettori che si dichiarano di destra” commenta il Circolo; ma l’acqua per definizione non ha un colore! Una cosa bella sarebbe stata vedere il gazebo senza insegne di partito, magari avrebbe avvicinato anche più gente (sebbene il successo della raccolta sia stato comunque grande). Una buona azione per tutti, e a chi era lì col banchetto un grazie discreto: al cittadino, ben prima che al movimento politico.