In questi giorni strani, politicamente parlando, in cui quasi tutte le forze politiche sono scosse da terremoti interni più o meno evidenti, Scelta Civica non è da meno. Premetto che, personalmente, questo periodo non mi ha lasciato molto tempo per seguire con attenzione le vicende del partito e degli altri partiti; anche da questo, verosimilmente, nasce la mia perplessità. Una sensazione che voglio condividere su queste pagine, con limpida sincerità, perché devo confessare che oggi come oggi farei fatica a scegliere un simbolo su un’ipotetica scheda elettorale.
Condivido allora questo post apparso su “formiche”, blog cui spesso faccio riferimento sia per l’ispirazione politica che per la completezza d’informazione. L’argomento è il fermento attorno al nuovo “cantiere popolare” partito oggi a Roma. La sola cosa che emerge in maniera nitida è, per assurdo, la nebulosità della situazione: condivido l’analisi di Dellai che paragona la “fine” di Berlusconi alla caduta del muro di Berlino, con la conseguente necessità non di erigere nuovi muri, ma di ripensare totalmente la “skyline politica” italiana. Definire il nuovo orizzonte diventa prioritario prima di scegliere con chi affrontare il cammino: a giorni alterni si da per fatta la diaspora di parte del centro verso Alfano o verso Renzi, l’UdC si scioglie, Scelta Civica si spacca… allo stato attuale semplicemente pare aumentare ancora il numero di formazioni, mentre scarseggiano le idee politiche vincenti. Ognuno cerca la propria precisa e peculiare identità, salvo poi ricercare grandi (e improbabili, spesso) alleanze elettorali che diano qualche speranza di vittoria.
Memori del mio recente impegno politico, diverse persone mi pongono la provocatoria domanda del titolo: ‘e adesso, “montiano”?’ Adesso stiamo a vedere: con coerenza, voglio capire in questo bailamme chi potrebbe meglio interpretare la politica che piace a me, quella che mette al centro il cittadino e non le chiacchiere, quella si ispira ai valori cristiani e non cerca solo il risultato elettorale, quella che forse chiede più impegno e fatica, e quindi pochi praticano ancora. Voglio sperare che ci sono e ci saranno ancora uomini cui dare fiducia, politici che si meritino questo nome e assieme ai quali vada la pena di soffrire e impegnarsi per il bene comune.