Mi rifiuto di accettare l’idea di un nuovo, grande inceneritore a Spilimbergo. Ma credo che dovrò invece turarmi il naso (in tutti i sensi) e seguirne la nascita. Si tratta solo di una voce, per carità… ma se due indizi sono una coincidenza, attendo il terzo per ottenere la prova.
Quali indizi? Il primo, una voce riportata alla serata di martedì 29 a Tauriano dal gruppo consiliare PD, che racconta di un progetto su scala regionale per un nuovo inceneritore da collocarsi nella Zona Industriale Nord – a due passi dalla cava Vallata, che ho paura tornerà presto al livello della campagna circostante… Tra l’altro, il Sindaco durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale ha esternato il proprio desiderio di trasformare la Z.I., accorpata con Lestans, in un Distretto dell’Energia…??? Forse nascerà un termovalorizzatore che tele-riscalderà tutto il Comune… vedremo.
Secondo indizio: copertina del Messaggero Veneto – edizione di Pordenone. Il primo impatto è quasi comico: “patto segreto” sbattuto in prima pagina fa sorridere per la contraddizione, peccato che il contenuto riporti di corsa alla preoccupazione (leggere per capire). Si dice che il Sindaco di Spilimbergo sarebbe già d’accordo, che il sito sarebbe comodo come ubicazione, che altrove non va bene anche perla contrarietà dei residenti. A Vacile invece già da mesi si sa del fatto e da allora la frazione è in festa!
Immagino che molto presto l’argomento finirà in grossa polemica, partendo dalle pagine dei quotidiani locali per finire sui banchi del Consiglio Comunale, inutilmente. Inutilmente, perché i casi sono due: o è tutto già deciso, e questione di tempo si farà senza troppi pensieri per chi non è d’accordo; oppure nulla è ancora deciso, ma siccome la competenza è regionale (o comunque di qualcuno più in alto del Comune) non si può fare niente.
Credo che un’ipotesi inceneritore, anche forti dell’esperienza Mistral, vada guardata con grande diffidenza e gestita con mille cautele, cercando di trarne il minimo danno e possibilmente qualche beneficio. Personalmente acconsentirei alla realizzazione di un impianto anche di grandi dimensioni, ma solo alle seguenti, inderogabili condizioni:
- l’impianto sia più che a norma, garantisca un funzionamento perfetto dal punto di vista di impatto ambientale (emissioni e scorie), con un controllo trasparente e assiduo dell’operatività;
- la tipologia di trattamento dei rifiuti sia tale da completare l’iter virtuoso che inizia con la raccolta differenziata, quindi l’impianto preveda la combustione solo del famoso “secco non riciclabile”, e non qualsiasi cosa che dovrebbe finire al riutilizzo ma non ci sono gli impianti…;
- il Comune sia primo e privilegiato beneficiario dei ricavi del nuovo impianto e dell’energia prodotta, e con questi benefici si impegni a risanare tutte le altre situazioni ambientali ora criticamente aperte.
Con tutti i soldini che potrebbe ricavare da questo affare, ci si può permettere di gestire con criterio altri provvedimenti (es: permessi di escavazione) spesso attuati più per far cassa e consenso che nel rispetto dell’ambiente. Ovviamente, l’inceneritore si può accettare solo se “a prova di bomba”, altrimenti abbiamo già il Mistral, che tra l’altro raddoppierà; e se al momento ci siamo accorti che il mercurio al suolo sta crescendo rapidamente, come ci ridurremo tra anche solo 20 anni con due inceneritori che ci sommergono di ogni schifo? Un interessante mix tra Marghera e Marte…
aggiungerei che il Comune NON debba entrare nell’amministrazione dell’impianto ma restarne fuori e fare da cane da guardia, e che il Comune dovrebbe fare la voce grossa presso l’ARPA affinchè attivi le centraline di rilievo della qualità dell’aria che, per ora, sono solo un link a una pagina vuota http://www.arpaweb.fvg.it/emissioni/index.asp http://mapserver.arpa.fvg.it/aria/map.phtml in quest’ultima pagina si vede all’altezza della mistral un puntino grigio ingrandendo con l’apposito strumento