Tares, il brusco risveglio del contribuente

Primi di novembre. In un’atmosfera tipicamente autunnale, appena passata la festività di Ognissanti che nel mondo anglosassone è legata ad Halloween e quindi ad un certo gusto del macabro, un terrore ben diverso si infila nelle cassette postali degli spilimberghesi. Il postino ha appena recapitato gli avvisi di pagamento della Tares, una legnata in piena regola da iniziare a pagare subito (scadenza 1a rata il 30 novembre).tares_2013

Apriti cielo! Cittadini ma soprattutto commercianti e piccoli imprenditori locali si ribellano all’ennesima mazzata. Prima le riunioni “corporative”, poi la protesta in piazza del 27 novembre, giornata nazionale di serrata delle partite IVA. Il Comune, per quello che può, prova a metterci una pezza; ma i margini di manovra sono minimi, la mazzata resta tale.

Mi sono posto subito una domanda: come mai la bomba è esplosa solo adesso? Quanto tempo prima è stata decisa l’adozione della Tares e definite le sue tariffe? Sul sito del Comune di Spilimbergo, ovviamente, trovo le risposte: in particolare sulla “Guida alla Tares 2013” redatta dall’Ufficio Tributi pochi giorni dopo il Consiglio Comunale del 10 giugno, che approvava il regolamento, le tariffe e il piano finanziario per l’anno in corso. Delibere approvate a maggioranza, con l’astensione del gruppo consiliare del PD. Quindi, quasi cinque mesi prima del nefasto novembre tributario. E nemmeno un voto contrario, solo qualche “scetticismo”, come riporta il Messaggero Veneto pochi giorni dopo.

Altra cosa curiosa: nessuno dei candidati sindaco in aprile aveva inserito l’argomento tasse nel proprio programma. Manifesta impotenza di fronte alla legislazione nazionale? Tema che non porta alcun beneficio elettorale e quindi di scarso interesse? Certo è che non si può accusare Francesconi di aver tradito alcuna promessa, né sentenziare che Ius aveva in mente strategie diverse. Soprattutto, tra quelli ora maggiormente colpiti non si pose il problema, né in primavera né in estate. L’autunno li ha visti in una settantina, incazzati neri, attraversare Corso Roma in corteo e non per l’aperitivo.

Riflessione finale: è brutto svegliarsi una mattina con la casetta postale piena di F24, e sapere a mala pena chi ringraziare. Ci eravamo tanto detti, sotto elezioni, che serve ritrovare partecipazione, riavvicinare la politica e l’amministrazione ai cittadini, e viceversa. Invece, per ora, siamo sempre lì. Quante altre incazzature dovremo prendere per decidere finalmente di riprenderci ciò che è nostro, per stare col fiato sul collo dei nostri rappresentanti, per renderci compartecipi del nostro bene comune?

Commenta:

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.