Piaga biblica dei nostri giorni…
Un insetto fastidioso e aggressivo come pochi…
Per tutta l’estate ci ha massacrato senza tregua, e anche ora che le giornate si accorciano non da segni di resa…
La Zanzara Tigre (Aedes albopictus) è comparsa da poco più di dieci anni, trovando anche nella nostra regione ottimi possibilità di insediarsi e diffondersi.
Al di là del fastidio legato alle punture e alla sua attività silenziosa e diurna (le zanzare nostrane hanno almeno l’educazione di farsi sentire verso l’ora di cena) è provato che la zanzara tigre sia veicolo di malattie sia per gli uomini che per gli animali: per questo molte amministrazioni locali e a diversi livelli hanno studiato e varato dei programmi di disinfestazione sistematica, nonché di sensibilizzazione dei cittadini per una lotta coordinata.
L’argomento è passato anche all’attenzione dell’ultima seduta del Consiglio Comunale del 14 settembre ’09, durante la quale si è discusso dei metodi di disinfestazione chimica di uova, larve e insetti adulti, ma anche della possibilità di ricorrere all’installazione delle bat-boxes.
Trovo inutile trattare in poche righe i dettagli di quanto espresso finora, perché il navigatore interessato può sicuramente effettuare una fruttuosa ricerca sul web in pochi minuti, trovando una ricca e articolata documentazione. Allo scopo segnalo alcuni siti da cui iniziare, come infozanzare, le pagine del Servizio Sanitario dell’Emilia Romagna e quelle del sito ufficiale della Regione FVG.
Letto tutto? Anche qualcosa in più? Io sì… Mi pare chiaro che il fenomeno è più complesso di quanto si possa pensare, come sempre succede quando si vuole intervenire in un meccanismo naturale non desiderabile o pericoloso per l’uomo. L’utilizzo di pesticidi e altri composti chimici, per esempio, porta il rischio di spiacevoli contaminazioni sia nelle aree urbane che in quelle rurali; inoltre non è ben chiaro quanto queste azioni siano mirate alla sola zanzara tigre, o invece colpiscano direttamente o indirettamente altri soggetti o ambienti. Lo stesso rischio peraltro è legato ai cosiddetti “metodi naturali”: sarebbe “curioso” che fra vent’anni ci dovessimo preoccupare non più della zanzara tigre, ma di un’invasione di pipistrelli.
La soluzione? Niente si risolve naturalmente nel giro di breve: il ripopolamento dei pipistrelli – che sarebbe comunque un bene, visto che la specie sta scomparendo nelle nostre zone – va calibrato attentamente per raggiungere un equilibrio soddisfacente, visto che l’estinzione della zanzara tigre non è tecnicamente possibile. Sul fronte della disinfestazione, l’impegno dei cittadini (ognuno nel suo orticello, in tutti i sensi) è fondamentale, perché non comporta chimica su larga scala. Resta la parte di competenza dell’ente pubblico, che dovrà fare molta attenzione a cosa si butta nei tombini, nelle caditoie… perché tutto finisce nel sistema idrico, cioè prima o poi ci ritorna! Per non parlare di eventuali vaporizzazioni in atmosfera… vale la pena avvelenarci l’insalata o la pelle direttamente pur di debellare il fastidioso insetto? Meglio sarebbe uno studio approfondito (competenza: Regione, o più su) su composti dall’effetto controllato, con un dosaggio adeguato all’obiettivo di preservare il più possibile gli equilibri naturali.