Last Minute Market, il progetto in FVG

Ritorno su un argomento che mi sta a cuore, soprattutto visto il forte momento di crisi: il Last Minute Market come strumento non solo di riduzione dei rifiuti ma anche di solidarietà sociale. Lunedì 17 a Udine c’è stata la presentazione del progetto nella nostra Regione, dove è già attivo da un po’ di tempo nella zona di Udine grazie all’iniziativa di Animaimpresa (leggi sul loro sito la notizia dell’incontro).Un discorso simile avrebbe dovuto partire anche a Spilimbergo oltre un anno fa, ma non se ne fece nulla per mancanza d’interesse nei soggetti che avrebbero dovuto alimentare il processo; sul mio precedente post Last Minute Market, c’è già!(?), gentilmente Paola Guzzoni commentò postando, tra l’altro, il seguente articolo:

Last minute, l’idea non passa
14 gennaio 2011 —   pagina 11   sezione: Pordenone
SPILIMBERGO. Rischia di cadere nel vuoto “Last minute market”, il progetto sviluppato all’interno dell’università di Bologna dal professor Andrea Segrè e dai suoi collaboratori, adottato dall’aprile del 2009 dall’amministrazione di Spilimbergo. Motivo: tutte le aziende produttrici in particolare di prodotti alimentari (una quarantina quelle contattate nello spilimberghese e nei vicini comuni dell’udinese) non hanno manifestato alcun interesse a farvi parte.
Due anni di studi. Dopo due anni di studi approfonditi e teorie sulla carta vincenti il progetto rischia, dunque, di fallire, nonostante il buon intento: quello di poter intervenire a favore del sempre più dilagante fenomeno delle nuove povertà……………………………………………………………………..
Guglielmo Zisa
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo non eccelso esempio spilimberghese, verosimilmente, si ripete anche altrove; di qui l’esigenza di insistere e rilanciare sul tema. Così si spiega l’incontro-presentazione di Udine, e il prossimo appuntamento sarà ancora più significativo. Sabato 29 settembre, infatti, a Trieste ci sarà la firma da parte di cento sindaci del Nordest della Carta per una Rete di Enti territoriali a Spreco Zero. Un impegno simbolicamente forte per dare un segnale importante. La Carta ha infatti contenuti concreti che danno un indirizzo chiaro alle istituzioni che vi aderiscono. E l’obiettivo è ambizioso sotto tutti i punti di vista, anche per la “semplice” economia familiare: secondo alcune stime di Last Minute Market, nel 2010 in Italia si sono letteralmente “bruciati” 3,5 milioni di € di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili. Lo spreco di cibo a livello domestico costa ad ogni famiglia 1.693 euro all’anno, il 27% dei 6.272 euro spesi ogni anno per l’acquisto di beni alimentari (la spesa alimentare è la seconda voce di spesa per gli italiani dopo l’abitazione). In termini di PIL (2010) lo spreco alimentare rappresenta lo 0,23% della ricchezza nazionale.

 

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