Potrebbe essere questo il nuovo slogan promozionale della nostra città, se passerà l’emendamento proposto dal consigliere Santin in consiglio regionale. La vicenda è nota e viene in questi giorni cavalcata dal Messaggero Veneto con diversi interventi, non privi di sfumature polemiche da campagna elettorale.
In effetti, pensare che un Comune senza altri rilievi che lis muculis possa essere formalmente definito “montano” è decisamente fuori logica. Inopportuno, e mi viene facile accostarlo al pensiero di Berlusconi sulla candidatura dell’amico Dell’Utri: non ci si farebbe un grande figura. Santin e il sindaco Francesconi hanno ben chiarito il senso della richiesta, che avrebbe anche l’avallo politico degli altri sindaci dell’Unione; un “papocchio” a fin di bene, diciamo.
Credo che l’errore stia a monte, e cioè nella concezione stessa di Unione Montana e/o dei fondi cui questa può attingere. E’ evidente che Spilimbergo si trova “costretta” a diventare montana per motivi burocratici, ma rischia di trovarsi presto sulle cronache nazionali o a “Striscia la notizia”… Certo la collaborazione e l’integrazione di alcuni servizi tra Comuni vicini è una strada virtuosa, ma va perseguita in maniera intelligente e con un quadro chiaro fin da subito; trovare questo intoppo a poche settimane dall’approvazione dello Statuto non è un bell’inizio.
Mi auguro che il proseguo sia migliore, possibilmente passando per alcuni punti a mio avviso fondamentali e largamente condivisibili:
- no a nuove spese per il nuovo Ente (nuove sedi)
- valorizzazione delle migliori professionalità tra quelle espresse dai dipendenti di tutti i Comuni
- condivisione e rimodulazione delle best practices delle diverse municipalità
- accorpamento dei servizi di natura maggiormente tecnica, garantendo invece la capillarità dei servizi più strettamente rivolti alle persone
- valutare, all’interno dell’Unione, l’opportunità di fondere alcuni Comuni più piccoli
Le opportunità sono molte e interessanti, questa strada può portare benefici concreti a tutti se percorsa con il giusto criterio; per questo motivo è bene che le fondamenta siano ben poste e il progetto non nasca sotto la strana luce di scelte poco opportune.