Preferenze e doppio turno, come migliorare la legge elettorale

Dopo vent’anni di inutili tentativi per eliminare politicamente Berlusconi, la sinistra, a un passo dal traguardo, è riuscita nell’impresa opposta: “clonare” Silvio e riabilitare lo stesso quale leader dell’opposizione. Sono quindi due personaggi molto simili quelli che la scorsa settimana hanno partorito la bozza di legge elettorale che, nelle rispettive teorie, dovrebbe mandarli al governo con un pugno di voti e senza tema di opposizione alcuna.

Ancora un Parlamento di nominati, dopo che tutta Italia chiede il contrario (grande assist al M5S) in cui un premio di maggioranza abnorme rispetto alla soglia che lo fa scattare, assieme agli sbarramenti previsti per i partiti minori, potrebbe di fatto consegnare a uno dei due leader una maggioranza assoluta di fedelissimi nominati a priori con una quota di voti assolutamente ridicola.

Parliamo di numeri: se una coalizione vince con il 35% dei voti validi, prende un altro 18% (cioè aumenta il risultato di oltre il 50%) e arriva al 53% in aula. In questa coalizioni potrebbero esserci anche altri 3 partiti che restano al 4%, quindi il principale arriva al 23%. Calcolando un’astensione attorno al 60%, questi voti rappresentano appena il 14% del corpo elettorale; il 14% degli italiani vince così la maggioranza assoluta del 53% del Parlamento, con un moltiplicatore del 384% e un sostanziale via libera ad una “dittatura democratica”.

Tra l’altro, i partiti minori sono spinti a coalizzarsi con i pesci grandi per trovare uno sbarramento più basso, ma rischiano di essere semplice portatori d’acqua per chi punterà sicuramente sulla campagna per il “voto utile”. Obiettivo governabilità sicuramente raggiunto… ma a quale prezzo?

Le soglie vanno sicuramente riviste: almeno il 40% per il premio di maggioranza (ridotto di conseguenza) ed eventuale ballottaggio, 5% lo sbarramento sia dentro che fuori coalizione, e ogni partito scelga come correre senza calcoli di convenienza.

Ma soprattutto, ridateci le preferenze. Il listino corto al posto del listone lungo, ma sempre bloccato, è semplicemente una presa in giro. I trafficoni di partito saprebbero fare benissimo i loro calcoli per far eleggere Tizio piuttosto che Caio, invece che lasciare a noi elettori la scelta. La mancanza delle preferenze è anche il primo incentivo alla frammentazione politica: siamo tutti d’accordo che la pletora di partitini sia un carrozzone inutile, ma è evidente che, in un sistema di nominati in cui la vita politica di ognuno è appesa agli umori del “Capo”, chi non è allineato salta. E allora ecco sempre nuovi partiti, divisioni, correnti. Se poi nemmeno fai le primarie al tuo interno, è normale che qualcuno si stacchi, e guarda caso a destra la frantumazione è maggiore che a sinistra, dove il PD sarà pure in fermento ma resta ancora formalmente unito.

Il sistema delle preferenze porterebbe invece ad una “selezione naturale” tra le diverse correnti, lasciando ai meriti del candidato e al pensiero libero del cittadino la scelta dei pesi da assegnare alle diverse opinioni. Un sistema bipolare – non miseramente bipartitico – in cui do il voto ad una parte politica ma con la mia preferenza esprimo anche quale taglio voglio dare al programma di governo. Divisioni come le più recenti nel centrodestra sarebbero forse meno probabili, perché l’importanza di un’opinione diversa è già “pesata” dal voto, senza necessità di creare qualcosa che invece non ha legittimazione popolare. Se Alfano fosse stato legittimato da un’elezione con X preferenze, anziché nominato a divino, il peso della sua posizione all’interno del PdL non avrebbe richiesto un nuovo partito per distinguersi.

Dopo oltre un anno di tentennamenti vari, la settimana che si apre dovrebbe finalmente portare la nuova legge elettorale nella sua forma definitiva. Speriamo che all’interno del Parlamento si trovi il buon senso necessario a migliorare quanto escogitato all’esterno di esso, riportando il nostro Paese verso una democrazia più vera. Non si chieda di nuovo all’elettore di fare il suo dovere, se l’eletto non farà il proprio e continuerà a prenderci per il naso. Ridateci la nostra Italia!

Spilimbergo, estate, turismo

Titolo pieno di speranza per questo post, un po’ per il meteo che fa pensare spesso più a novembre che a maggio, un po’ per le ambizioni della nostra Città, che è chiamata a fare il passo definitivo verso il ruolo di attrazione turistica di livello più che regionale. Come da programma elettorale, la giunta Francesconi ha provveduto a far installare e attivare quattro webcam a uso turistico visibili sul sito turismofvg.it. Posizionate in punti strategici, danno qualcosa in più della semplice cartolina: la veduta aerea, oltre che suggestiva, offre in sostanza la situazione meteo su Spilimbergo; la vista di Palazzo di Sopra è ancora più bella, perché unisce la bella architettura del municipio con lo sfondo della pedemontana (e degli eventuali nuvoloni in arrivo!)

Più strategiche ancora le visuali su piazza Duomo e piazza Castello: sicuramente inquadrano due gioielli come il Duomo e Palazzo Dipinto, ma soprattutto nel campo delle telecamere entrano appunto le piazze e le eventuali manifestazioni che vi verranno tenute. Immagino che potranno dare belle soddisfazioni durante gli eventi estivi (Folkest e la Macia su tutti) e su questa filosofia potrebbe essere un’idea interessante un’ulteriore webcam che inquadri corso Roma con piazza Garibaldi, altro scorcio pittoresco e possibile teatro di eventi a Spilimbergo.

Ovviamente questo è il primo passo per veicolare un contenuto – il patrimonio artistico-culturale della Città del Mosaico – che ha già un suo importante peso specifico. Credo dunque che la politica da perseguire sia valorizzare e pubblicizzare quanto di buono e unico può offrire Spilimbergo. Privilegiamo la forma, sapendo che la sostanza non manca. E che sia una buona estate!

Lavoro di squadra

In questi tempi difficili per tutti, sempre più si rivela vincente la tendenza a unire le forze, collaborare tra soggetti diversi, talvolta anche molto diversi, a cercare sinergie e nuove soluzioni integrate. Succede per le imprese, per i singoli cittadini, per le associazioni, per gli enti pubblici: la ricerca della cooperazione è una strada non facile perché, inevitabilmente, si perde qualcosa della propria identità e libertà in vista di un vantaggio futuro, o più spesso per far fronte a una necessità contingente.team-building1

A livello politico nazionale, assistiamo al secondo governo consecutivo sostenuto da una maggioranza parlamentare trasversale, composta da forze che solo tre mesi fa si davano battaglia elettorale. La situazione economica e sociale del Paese resta molto grave, ed ecco che dopo i tecnici di Monti ci si affida a una squadra eterogenea che trovi soluzioni condivise per far ripartire l’economia italiana.

Passando a tutt’altri scenari, il mondo dell’associazionismo sta imboccando sempre più la strada della collaborazione: di fronte ad una dispersione degli associati tra troppe proposte, si cerca di condividere con altri sodalizi i punti di forza per affrontare insieme le rispettive difficoltà. Spesso questo processo è sfavorito dal bagaglio storico e dall’inevitabile orgoglio e senso di appartenenza: basti pensare agli sforzi fatti a Spilimbergo per dare vita, finalmente, ad una scuola calcio comune tra Aquila e Unione Sportiva, con l’obiettivo non più di primeggiare ma di dare un’offerta sportiva-educativa di maggiore qualità.

Le elezioni comunali appena trascorse hanno dato un segnale importante in questo senso, premiando la squadra più organizzata ed esperta: infatti, chi ha ricevuto il maggior numero di preferenze sono la lista “politica” del Sindaco (Popolo di Spilimbergo) e gli Assessori uscenti, cioè chi da più tempo lavora concretamente e bene insieme.

Un piccolo segnale da cui trarre insegnamento: lo stesso Francesconi in campagna elettorale ha valutato con 6/7 il suo operato fino qui, affermando che di lavoro ce n’è ancora molto da fare e che sicuramente alcune cose potevano riuscire meglio di quanto sia stato. Ciò significa che chi ha vinto la tornata elettorale non può cullarsi sugli allori ma deve continuare il suo lavoro e puntare ancora di più sul concetto di squadra, sfruttando e coinvolgendo lo squadrone dei 48 candidati consiglieri non eletti: sarebbe assurdo disperdere questa disponibilità quando il vero lavoro è appena agli inizi.

Chiaramente, il discorso esposto riguarda a maggior ragione il gruppo di minoranza: qui la squadra che si è formata probabilmente ha pagato anche la mancanza di una storia concreta, perché si tratta di un gruppo aggregatosi fondamentalmente in chiave elettorale. Il progetto politico alternativo proposto da Ius potrà guadagnarsi una credibilità maggiore solo se chi lo sostiene proseguirà nel suo lavoro.

In chiusura, come sottolineavo in campagna elettorale su parecchi punti c’è convergenza tra i due schieramenti politici rappresentati in Comune: troppo importante è la posta in gioco – il rilancio di Spilimbergo – per arenarsi sulla dialettica anziché lavorare assieme. Chi amministra la Città e chi siede in Consiglio dovrà necessariamente collaborare e aprirsi a ulteriori contributi dalla società per trovare le strategie migliori. L’esempio più clamoroso, per l’eco riscossa negli ultimi tempi, riguarda la valorizzazione del Mosaico: dalla proposta del maestro Travisanutto al programma di Francesconi, accogliendo gli spunti del centrosinistra, si può trovare la giusta alchimia a vantaggio dell’intero territorio. Insieme.

Informare e informarsi

Spilimberghesi bene informati sulla propria città e le sue problematiche ce ne sono troppo pochi: molti sanno qualcosa grazie alle classiche chiacchiere, o per aver letto qualcosa sui quotidiani… ma spesso la realtà delle cose è diversa e più complessa.

Qualcuno sarà anche pigro, ma certamente informarsi in un piccolo centro non è semplice: sulla stampa e in rete non c’è molto spazio per Spilimbergo, e per approfondire un argomento serve la giusta pazienza. Ne parlavo in questi giorni con diverse persone, ovviamente visto il periodo e la mia candidatura il discorso è scivolato sul ruolo delle istituzioni nelle dinamiche comunicative.

Il Consiglio Comunale viene frequentato solo in particolari occasioni, da cittadini che hanno un interesse specifico sui temi in argomento: solitamente persone già informate sui fatti in questione che vengono ad assistere al dibattito sulle decisioni finali che il Consiglio delibererà. Difficilmente uno spettatore “neutrale” sarebbe in grado di cogliere a pieno il percorso che sta a monte, né il Consiglio può permettersi per ogni argomento un’adeguata introduzione informativa: già così le sedute sono lunghe, per di più a cavallo dell’orario di cena che non stimola la partecipazione.

In questi anni, nel mio piccolo, con questo blog ho provato ad aggiungere qualcosa in questo panorama: le mie opinioni e qualche approfondimento. Un pubblico seppur ristretto ha apprezzato questo lavoro, e ciò mi spinge a proseguire nell’impegno. La mia elezione in Consiglio Comunale mi darebbe la possibilità di accedere a molte più informazioni che potrei quindi condividere con i cittadini interessati per ampliare la conoscenza della realtà spilimberghese.

Vi chiedo quindi una preferenza per essere una voce dei cittadini in Comune, ma anche una voce del Comune tra i cittadini. Vi invito anche a partecipare al sondaggio sulla comunicazione che potete trovare a questa pagina.

Grazie come sempre della partecipazione!

Informati su Spilimbergo

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Le proposte qui sopra hanno ognuno vantaggi e svantaggi, costi e benefici. Se ne possono mettere in campo una o più, anche in base alle risorse (tempo soprattutto); ma se l’idea piace, un consigliere comunale che si spende per far circolare maggiormente le informazioni verso i cittadini, facilmente si potrà coinvolgere anche altri eletti, magari su diversi schieramenti per garantire la pluralità.

Spilimbergo, fatti sentire!